Monday, March 5, 2001

Preparazione verifiche


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• Published on Monday, March 05, 2001 • No comments

Ah, le verifiche. Sono qui, sdraiata sul letto, immersa in una distesa di libri e appunti che sembrano avvolgermi come un sudario. Ogni centimetro della mia stanza, ogni angolo, ogni superficie è occupato da fogli e testi, mentre la mia mente è intrappolata in un vortice di pensieri e di angoscia. Sono in pieno ciclo di verifiche, quel periodo dell'anno che trasforma ognuno di noi in un maestro dell'arte della procrastinazione e del panico.

Seduta su questo letto che sembra troppo piccolo per contenere tutta la mia inquietudine, mi chiedo cosa abbia portato a questa scelta, a questo inferno di formule e teoremi, a questa danza macabra con numeri e lettere. Liceo scientifico, dicono. Una scelta ambiziosa, una strada verso un futuro di successo e riconoscimenti. Ma ora, mentre osservo i miei appunti sparsi, mi sembra solo una condanna a morte intellettuale.

La mia mente vaga lontano. Immagina luoghi e film che non hanno nulla a che fare con le equazioni differenziali o i principi della termodinamica. Penso a un film da guardare stasera, a una canzone da ascoltare per evadere da questa realtà opprimente. Eppure, ogni volta che mi concentro su questi pensieri di evasione, il terrore mi travolge come un'onda inaspettata. Non solo non ricordo la formula che stavo studiando, ma mi chiedo anche se, in fondo, ho capito qualcosa in questa interminabile lotta con la mia ignoranza.

Ogni giorno, mi trovo ad affrontare la stessa, terribile realtà: l'immensità di ciò che non so e la mia impotenza di fronte ad essa. È il fuoco sacro della verifica che brucia ogni mia certezza, ogni falsa sicurezza. C’è qualcosa di terribilmente rituale in questo processo, eppure non è una cerimonia di crescita personale, ma una battaglia quotidiana per la sopravvivenza accademica. Non danzo intorno a un fuoco, ma combatto con equazioni algebriche, cercando di non affogare nella mia incapacità.

C'è, tuttavia, una strana forma di adrenalina che scorre nelle vene, come un’energia primordiale, un'illusione di controllo. Ogni pagina di appunti rappresenta un’avventura, un terreno da conquistare, una sfida da vincere. Ma, se devo essere sincera, mi perdo spesso nei meandri della mia stessa confusione, nell’illusione che una canzone possa risolvere le mie crisi esistenziali. Il mio CD, il mio rifugio dalle tormentose domande dell’esistenza, sembra offrire più conforto di quanto non facciano i miei libri di testo.

Alla fine, le verifiche vengono superate, e il ciclo ricomincia. I libri si chiudono, il panico si dissolve, e la vita riprende, forse come prima, forse cambiata, ma sempre indifferente. Così mi ritrovo a riflettere, mentre il ritmo di "Killing Me Softly With His Song" dei Fugees accompagna il mio stato d’animo tormentato. È un'ironia amara, lo ammetto: la stessa canzone che mi fa sentire un po' più viva, mi ricorda quanto mi senta persa. Ma questo è il gioco, e io, in fondo, ne faccio parte.

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Eclipse ~ Eclixar.

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