Sono passate solo poche ore dall’ultima battaglia familiare riguardante le elezioni, e già mi sento come se fossi in un’arena di wrestling politico. Mia madre, con la sua schiera di statistiche e opinioni inarrestabili, si scontra con mio nonno, il gran maestro del sarcasmo politico. E io? Sono semplicemente una spettatrice di questa commedia tragica e comica, bramosa di vedere chi avrà la meglio nella prossima scaramuccia verbale.
La scena è sempre la stessa: il tavolo della cucina si trasforma in un campo di battaglia, e la discussione diventa un vero e proprio sport da contatto. Mia madre si lancia in un monologo appassionato, le sue parole sono armi affilate, e ogni statistica che presenta è un colpo ben assestato. Mio nonno, dall’altra parte, con un sorriso sornione e una battuta pronta, smonta ogni argomento con la precisione di un chirurgico sarcasmo. L’atmosfera è densa di tensione, come se ogni frase potesse scatenare una tempesta.
Mi chiedo, tra un sorso di caffè e l’altro, se un giorno mi ritroverò anch'io a combattere per le mie convinzioni con una tale intensità. Non posso fare a meno di riflettere su quanto la politica possa trasformarsi, da un argomento che apparentemente sembra noioso, in una vera e propria guerra di nervi tra parenti. Mia madre è convinta che il suo candidato sia la risposta a tutti i mali del nostro paese, mentre mio nonno, con la sua ironia tagliente, deride ogni suo punto di vista. E io? Non ho ancora ben chiaro su chi puntare, ma devo ammettere che l’atmosfera accesa e le argomentazioni appassionate mi stanno cominciando a coinvolgere.
Nel frattempo, fuori dalla nostra bolla familiare, percepisco un fermento che aleggia nell’aria. Elezioni, scandali, proteste... è come se il mondo politico fosse una gigantesca pentola a pressione, pronta a esplodere e portare via tutto ciò che sembra stagnare. Anche se non comprendo ancora tutte le complessità e le sfumature della politica, sento l’energia e la tensione crescere. È come assistere a una partita di calcio ad alta tensione, senza conoscere esattamente le squadre o le regole del gioco.
Ogni tanto, mi interrogo su quanto queste discussioni accese possano portare a qualcosa di realmente significativo o se, alla fine, saranno solo un’altra distrazione dalla vita quotidiana. Eppure, penso che forse è proprio questo il fascino della politica: la possibilità di confrontarsi, di dibattere, di cercare di capire cosa sta succedendo nel mondo intorno a noi. Anche se a volte sembra un giro sulla giostra delle emozioni, è sempre meglio essere coinvolti e informati piuttosto che restare passivamente alla finestra.
La politica non è un semplice gioco di numeri e statistiche. È una partita umana, ricca di passioni, di conflitti e di speranze. Mi accorgo che, pur non avendo ancora le idee chiare, il solo fatto di partecipare a queste discussioni mi spinge a riflettere, a scavare più a fondo. In fin dei conti, forse è questo il cuore della questione: non si tratta solo di decidere chi avrà il nostro voto, ma di essere partecipi e coscienti di ciò che accade, di essere vivi e vibranti in un mondo che cambia incessantemente.
Background musicale: "Watermelon Man" di Herbie Hancock.
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