Entrando in palestra, mi imbatto nello sguardo scrutatore del mio allenatore, pronto a impartire le sue istruzioni con una miscela di entusiasmo e disperazione. E così, senza neanche un attimo per riprendermi dallo shock post-scolastico, mi ritrovo catapultata in un mondo di sudore e fatica.
Le parole dell'allenatore riecheggiano nelle mie orecchie mentre mi sforzo di compiere esercizi che sembrano essere stati progettati da un folle sadico. Corsa a ostacoli, lancio del peso, salto in alto: ogni attività è una prova di resistenza fisica e mentale.
Eppure, non posso fare a meno di notare il lato comico di questa situazione. Qui sono, una ragazzina di 16 anni, costretta a fare gli acrobati in una palestra polverosa, mentre il resto del mondo sembra godersi la propria libertà senza pensieri.
Ma forse c'è qualcosa di più profondo in tutto questo. Forse l'atletica non è solo una serie di esercizi fisici, ma una metafora della vita stessa. Ogni ostacolo superato, ogni peso sollevato, è una piccola vittoria che mi avvicina sempre di più alla mia personale linea del traguardo.
Così, anche se il mio tempo libero è dominato dall'atletica, posso trovare conforto nel fatto che ogni sudata è un passo in avanti verso la mia crescita personale. E chissà, forse un giorno guarderò indietro a queste sessioni di allenamento con un sorriso di nostalgia e gratitudine.
Background musicale: "Fly Away" di Lenny Kravitz
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Eclipse ~ Eclixar.
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