Chi sarò in questo spazio che non ho mai conosciuto? Ogni passo sussurra il dubbio dell'infinito #
Oggi, mi sono iscritta anche io. Su Twitter. Una decisione che ho preso di getto, come spesso accade con le cose che ci incuriosiscono e, in un certo senso, ci spaventano. È il fascino dell'ignoto, di una rete che si estende senza confini, senza barriere fisiche. Un luogo dove le parole si riducono a brevi messaggi, condensati in 140 caratteri. Così pochi, eppure così potenti. Ho sempre creduto nel potere delle parole. Le parole possono cambiare il mondo. Ma su Twitter, le parole si riducono, si frammentano, diventano frammenti di pensieri, di emozioni, di rabbia, di gioia. È una piazza, una di quelle piazze dove la folla si riunisce, dove si sentono urla, risate, pianti. Ma cosa rimarrà di tutto questo? Esiste un futuro in cui Twitter diventa altro?
C’è una parte di me che osserva con sospetto questa nuova frontiera. Twitter sembra così effimero, così fragile. Mi chiedo: sarà capace di resistere nel tempo, o sarà un'altra di quelle mode passeggere, destinate a dissolversi come fumo al vento? Mi chiedo se le persone saranno davvero disposte a investire il loro tempo, la loro energia, i loro pensieri, in un luogo che può sembrare tanto vuoto.
Eppure, c'è qualcosa in Twitter che attira. Forse è la promessa di connessione, di un mondo che diventa più piccolo, più accessibile. Forse è l'idea di poter dire la propria, di poter essere ascoltati, anche se per un solo istante. È la democrazia delle parole, dove ognuno ha una voce, dove non ci sono barriere sociali, dove chiunque può dire qualsiasi cosa, a chiunque. È un sogno, ma è anche un incubo. Mi chiedo cosa diranno di noi in futuro, guardando indietro fino a questo momento. Diranno che eravamo coraggiosi, o che eravamo folli? Diranno che Twitter ha cambiato il mondo, o che è stato solo un’illusione, un altro tentativo fallito di avvicinarci l’uno all’altro?
Ma forse la risposta non è così semplice. Forse, come in tutte le cose, ci sarà un po’ di verità in entrambe le versioni. Forse Twitter diventerà un ricordo, o forse diventerà qualcosa di più grande, qualcosa di inaspettato. Oggi, mentre guardo lo schermo, mi sento come se stessi guardando il futuro, ma è un futuro che ancora non comprendo del tutto. È un futuro che mi attrae, ma che mi mette anche a disagio. Sento che c'è qualcosa di incompleto, qualcosa che deve ancora essere scoperto. Qualcosa che mi sfugge.
Forse è troppo presto per dirlo. Forse è troppo tardi per tornare indietro. Ma una cosa è certa: Twitter ha già lasciato il segno. Ed è un segno che non possiamo ignorare.
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