Aprile. Un mese che di solito è per me solo un altro giro di giostra, scandito da appuntamenti e scadenze. Ma quest'anno decido che sarà diverso. Decido di smettere di correre dietro al tempo e di afferrarlo, di prenderlo tra le mani come un uccellino fragile e prezioso, e di guardarlo negli occhi. Sento che è il momento di una pausa, una di quelle che ti rigenerano dentro. Così faccio qualcosa che mi ero promessa da tempo: parto per Parigi.
Parigi. Una parola che evoca mille immagini, mille sogni e forse anche mille illusioni. Ma io non cerco illusioni, no, io cerco verità. Cerco di vedere con i miei occhi quello che tanti altri hanno cantato, dipinto, scritto. E così, con una valigia leggera e un cuore curioso, mi immergo in questa città che pare sospesa tra il passato e il presente, tra il sogno e la realtà.
Passeggio lungo la Senna, e il fiume sembra raccontarmi storie antiche, di amori perduti e di battaglie vinte. C'è un'energia particolare qui, una sensazione che ogni passo che fai è un passo dentro la storia. Le strade di Parigi non sono semplici strade; sono arterie che pulsano di vita, di arte, di passione. Ogni angolo è un incontro, un'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo, o di riscoprire qualcosa che avevi dimenticato.
E poi il Louvre. Mi perdo tra le sue sale immense, tra quadri che sembrano guardarti dentro e sculture che catturano la bellezza in un istante eterno. Davanti alla Gioconda, mi chiedo cosa avesse in mente Leonardo quando ha tracciato quel sorriso enigmatico. Forse sapeva che secoli dopo, una donna avrebbe guardato quel quadro cercando risposte alle domande che la vita non le ha mai voluto dare. Ma la verità è che non ci sono risposte. Ci sono solo storie. E ognuno di noi deve scrivere la propria.
Non posso non salire sulla Torre Eiffel. E lì, in cima, con il vento che mi accarezza il viso, guardo la città dall'alto. Parigi ai miei piedi, e io mi sento parte di qualcosa di più grande. Non è solo una città, è un mosaico di vite, di sogni, di speranze. E io sono solo un tassello di questo grande disegno. Ma in quel momento, capisco che ogni tassello conta, che ogni vita ha il suo posto, la sua importanza.
E mentre cammino, mi ritrovo in piccoli caffè nascosti, in librerie che sembrano fatte apposta per perdersi. Parigi è così, ti seduce con i suoi grandi monumenti, ma è nei suoi angoli più intimi che ti conquista veramente. È lì che incontri l'anima della città, la sua essenza. E in quegli incontri, scopri anche qualcosa di te stessa.
Questo viaggio mi ha ricordato quanto sia importante esplorare, scoprire, non fermarsi mai. Perché il mondo è un luogo vasto, e ogni viaggio è una finestra su nuove prospettive, su nuove culture, su nuove idee. E anche se torni sempre a casa, non torni mai la stessa persona che è partita. Ecco, Parigi mi ha cambiato. Mi ha ricordato che la vita è fatta per essere vissuta, che ogni istante è un'opportunità per scoprire qualcosa di nuovo.
Colonna sonora? "La vie en rouge". Perché in fondo, Parigi non è solo la città dell'amore e delle luci. È la città della passione, della vita vissuta intensamente. E io ho deciso di viverla così.
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