Sunday, March 15, 2020

Sospesa chiusura


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• Published on Sunday, March 15, 2020 • No comments

Sono al pub, i bicchieri tintinnano ancora mentre le parole di Mark Rutte scorrono sui telefoni. Alle 18:00, la notizia esplode: chiusura immediata di bar, ristoranti, scuole. Il coronavirus ha travolto anche l’Olanda. Oggi, 15 marzo 2020, tutto si ferma. Il silenzio che segue l'annuncio ha un peso inimmaginabile. La sala è piena di persone che non capiscono bene cosa sta succedendo. Una donna inglese alza la voce, non vuole accettare la chiusura, non vuole lasciare il suo bicchiere di vino a metà. «Non potete farlo, non così in fretta!» grida. Ma cosa possiamo fare? Non siamo noi a decidere. Sentiamo l'impotenza come un fardello collettivo. Non c'è scelta.

Mi guardo intorno: volti confusi, parole sussurrate tra le sedie vuote che si moltiplicano. Chi ha già capito si alza, si mette il cappotto e se ne va. Altri restano lì, incerti su cosa fare. Io osservo, prendo il cellulare e rileggo l'annuncio, come se dovessi convincermi che sia reale. L’Olanda si chiude. Le strade che fino a ieri erano piene di turisti e biciclette diventeranno deserte, come quelle immagini che arrivano dall'Italia, dal focolaio di Milano. L’Italia, la mia Italia, è già in ginocchio, e ora tocca a noi.

La signora inglese alla fine esce, ma lascia la porta aperta, come se ci fosse ancora tempo per cambiare idea. Ma non c'è. Inizia tutto adesso. Il lockdown parziale è qui, e con esso la paura. Si parla di proteggere i più vulnerabili, ma chi ci proteggerà da questo vuoto che ci avvolge? Fuori, Amsterdam si spegne lentamente, come una luce che perde la sua intensità, ma non si spegne mai del tutto. Ci saranno altre notti, altre chiusure, altre vite che cambiano per sempre. Ma stasera, c'è solo l'incertezza di questo nuovo mondo in cui siamo stati catapultati. E io sono qui, nel mezzo, a cercare di capire cosa significhi tutto questo.

Mentre chiudo il pub, penso al futuro, a come sarà. Penso all'Italia, alla mia famiglia che non posso vedere. Penso a tutti quelli che sono già stati portati via da questo virus invisibile. Chi sarà il prossimo? Mi sento intrappolata in un limbo, sospesa tra un prima che sembra già lontano e un dopo che nessuno può ancora immaginare. E mi chiedo: tornerà mai tutto come prima? E tu, quanto tempo ci metterai a realizzare che niente sarà più come prima?

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