Il coraggio non è l’assenza di paura, ma la decisione di andare avanti comunque. E mentre il mondo ci osserva, noi continuiamo a marciare, a parlare, a resistere. Un passo alla volta, una voce alla volta, verso una verità che non possiamo più ignorare.Certe battaglie nascono dal silenzio, e il silenzio si rompe solo con la forza della verità. #
2018, Amsterdam. Piazza Dam. È una giornata fredda, grigia, ma i colori accesi degli striscioni ondeggiano al vento, pieni di rabbia e speranza. La folla si raduna, voci unite, donne che marciavano insieme per la Giornata Internazionale della Donna. Non posso fare a meno di chiedermi, perché ci vuole così tanto? Perché dobbiamo ancora combattere, ancora urlare, ancora spiegare l’ovvio?
Il movimento #MeToo continua a scuotere il mondo. Ogni giorno, una donna trova il coraggio di parlare. Di dire la sua verità. Di sfidare i demoni che per troppo tempo hanno abitato nelle ombre. Ma c’è sempre un prezzo da pagare. C’è sempre un rischio nel diventare vulnerabili, nel rivelare quel dolore nascosto, quella paura che ci ha accompagnate per anni. È questo l’inizio della libertà? O semplicemente un altro cerchio di fuoco attraverso il quale dobbiamo passare per dimostrare di meritare ciò che dovrebbe essere un nostro diritto?
A Piazza Dam, l’energia è palpabile. Le donne si tengono per mano, il legame che condividono è più forte di qualsiasi catena. Non c’è bisogno di parole per capire ciò che provano. Basta guardare nei loro occhi. In quelli che hanno già parlato, e in quelli che ancora tacciono, ma non per molto. C’è un peso su di me, qualcosa che mi spinge a chiedermi: Quando sarà abbastanza? Quando sarà possibile camminare per strada senza sentirsi giudicate, minacciate? Sono stanca di vedere altre donne soffrire, di ascoltare storie che, nonostante le differenze, suonano sempre le stesse. E poi c’è la rabbia. Una rabbia che ribolle sotto la superficie, pronta a esplodere. Ma la rabbia non può essere la nostra unica arma. C’è qualcosa di più grande che ci spinge avanti. La speranza, forse. La convinzione che, nonostante tutto, le cose possano davvero cambiare.
Ma siamo pronte? Siamo davvero pronte per questo cambiamento? Oppure c’è una parte di noi che ha paura di ciò che accadrà quando finalmente otterremo ciò per cui stiamo lottando? Mi guardo attorno, cerco risposte nei volti che mi circondano. La determinazione è lì, ma ci sono anche dubbi, incertezze. È umano. Siamo umani. Non siamo invincibili, non siamo perfette. Ma non dobbiamo esserlo per meritare rispetto, per meritare diritti. L’anno della verità, così lo chiamano. E la verità è che abbiamo paura, ma andiamo avanti lo stesso. Perché non c’è alternativa. Non possiamo tornare indietro. Il silenzio non è più un’opzione. Il cambiamento non arriva mai senza lotta. E forse è proprio questo il punto. Forse la lotta stessa è il cambiamento.
La strada è ancora lunga. E mentre il mondo guarda, noi marciamo. Marciamo per quelle che non possono, per quelle che sono ancora intrappolate nel silenzio.
Perché un giorno, forse, loro non dovranno più farlo.
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