Passeggio per le strade di Amsterdam, e ogni passo sembra rievocare ricordi che non ho mai vissuto. Forse è questa l’essenza del Natale: una nostalgia di qualcosa che ci manca, ma che non sappiamo nemmeno di aver perso. Le luci che si riflettono nei canali sono come piccoli specchi di un’anima che cerca di ritrovarsi. Non importa quante persone ci siano attorno a me, sono sola con i miei pensieri, immersa in un dialogo che non può avere risposta.
Le bancarelle di Natale si allineano una dopo l’altra, eppure sembra che nessuno stia davvero comprando. La gente cammina, guarda, si ferma per un attimo, ma poi continua, come se sapesse che ciò che cerca non può essere comprato. Mi chiedo se anche io sto cercando qualcosa. Forse il Natale non è altro che una ricerca continua, una rincorsa verso un calore che, quando finalmente lo troviamo, svanisce subito tra le dita.
Il freddo in Olanda è diverso da quello italiano. Qui ti entra nelle ossa, ti fa sentire piccolo, vulnerabile. Eppure, è proprio in questa vulnerabilità che trovo la forza. C’è qualcosa di straordinariamente umano nell’ammettere di avere freddo, di avere bisogno di un abbraccio, di cercare riparo. L'Olanda ti spinge a cercare quel riparo nelle piccole cose: una tazza di tè, un maglione di lana, una candela accesa sul davanzale. E poi ci sono le luci. Ah, le luci.
Le luci di Natale qui sono diverse. Non sono solo decorazioni. Sono speranza, sono un segnale per chi ha perso la strada. Riflettono nei canali, creando ombre che sembrano voler dire qualcosa, ma non lo dicono mai. La città si trasforma in un labirinto di luci, e ogni strada che percorro mi fa sentire come se stessi camminando dentro un sogno. Un sogno che, lo so, finirà troppo presto. C'è qualcosa di inspiegabile nel modo in cui le luci di Natale si riflettono sull'acqua. Mi fermo a guardare un lampione che illumina un angolo di strada, e vedo la sua immagine distorta nei canali. Mi rendo conto che è esattamente così che mi sento: una versione distorta di me stessa, proiettata su superfici fredde e incerte. Cerco di ritrovarmi in quei riflessi, ma l'acqua continua a muoversi, e io mi perdo ancora una volta.
Non posso fare a meno di pensare a cosa significhi davvero trovare calore. Non è solo una questione di temperatura. Il calore è quel senso di appartenenza, di sentirsi a casa anche quando sei lontano chilometri da ciò che chiami "casa". Il calore è nei gesti, negli sguardi, nelle parole non dette. È nel modo in cui una città sconosciuta può diventare tua, anche solo per un momento. Ed è quello che l’Olanda mi dà, ogni volta. Cammino ancora un po’, cercando di assorbire tutto ciò che mi circonda. Il freddo, le luci, il silenzio. È come se ogni cosa avesse una storia da raccontare, ma io non riuscissi a comprenderne del tutto il significato. Forse, alla fine, non è necessario comprendere tutto. Forse il Natale è proprio questo: un momento in cui smetti di cercare risposte, accetti il mistero e ti lasci avvolgere dal suo calore.
Il Natale non risolve nulla. Non colma le mancanze, non cancella i dolori. Ma ti dà una tregua. Ti permette di guardare alle cose con occhi diversi, anche solo per un attimo. E in quell’attimo, trovi il coraggio di andare avanti. Di credere che, nonostante tutto, ci sarà un'altra luce, un altro calore da trovare. E così, anche quest'anno, mi perdo nelle luci. Non le capisco, ma non importa. Ciò che conta è che mi trovino loro, quando più ne avrò bisogno.
Background musicale: "Have Yourself a Merry Little Christmas" di Frank Sinatra.
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