Saturday, November 30, 2013

Tra radici e confini


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• Published on Saturday, November 30, 2013 • No comments

Il vento di Amsterdam canta melodie di libertà e confusione, i canali riflettono frammenti di un passato che non è mai completamente scomparso.
E in questa città, che non è né casa né estranea, mi perdo e mi ritrovo. #


Mi trovo a riflettere su cosa significhi davvero chiamare qualcosa «casa». È un termine che si scontra con la mia esperienza quotidiana qui ad Amsterdam. Non è un semplice concetto, ma una dimensione complessa che attraversa le mie radici e la mia esistenza. Vivo qui dal 2011, eppure, nonostante il tempo trascorso, sento che Amsterdam mi appartiene come se fosse una parte di me stessa che, prima di trasferirmi, non avevo mai conosciuto. Prima di venire qui, ero a Milano, una città che mi ha accolto, ma che non mi ha mai completamente assimilato. Milano era una tela su cui ho tracciato le mie prime esperienze di vita, ma le sue strade e i suoi caffè non sembravano mai avere il calore di una vera casa. Mio padre è di Genova, un’altra città, un’altra identità. E ora, quando mi allontano da Milano, sento che anche Genova è un'ombra lontana, e che l'Italia stessa sembra un paesaggio sbiadito nel mio ricordo.

Questa distanza mi ha costretta a confrontarmi con una domanda cruciale: chi sono veramente? Vivo lontana dal mio paese natale, ma nemmeno qui, ad Amsterdam, mi sento completamente a casa. Le mie radici italiane non sembrano adattarsi perfettamente a questa terra di mulini a vento e tulipani. Eppure, Amsterdam, con la sua vivacità e la sua bellezza intricata, mi ha dato un senso di appartenenza che non ero sicura di poter trovare altrove.

L’idea di casa diventa allora un mosaico di esperienze e sentimenti. Non è più solo un luogo fisico, ma una serie di sensazioni e di ricordi che si intrecciano. Amsterdam, con i suoi canali silenziosi e i suoi caffè affollati, è diventata una parte della mia identità, un nuovo pezzo del puzzle che compone il mio essere. Ma questo non significa che io mi senta completamente distaccata dall'Italia. C’è un contrasto, un conflitto silenzioso tra due mondi che cerco di armonizzare dentro di me.

Il mio senso di appartenenza è ora una realtà sfumata e complicata, sospesa tra due luoghi, due culture, e due modi di vivere. Lontana da Milano e da Genova, eppure sempre legata ad esse, mi ritrovo a esplorare un'identità fluida e in continua evoluzione. Amsterdam è la mia casa adesso, ma resta un’enigma, un luogo dove il senso di identità si confronta con la realtà della lontananza e del cambiamento.

In questo viaggio tra radici e confini, ho scoperto che «casa» è un concetto che evolve con noi. È un luogo, un sentimento, una connessione profonda che si forma attraverso le esperienze di vita. Amsterdam è diventata la mia casa, ma l’Italia rimane un capitolo indelebile della mia storia. E così, mi adatto, rifletto e continuo a cercare il mio posto in questo mondo complesso.


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