Via eterna che stringi il destino, tra mura di ricordi, oggi mi fermo a respirare #
Amsterdam, Gennaio 2012. L’inverno taglia il viso con il vento freddo dei canali, ma oggi non mi importa. Oggi finalmente ho un tetto sopra la testa. Dopo mesi di ricerca, frustrazione e fallimenti, abbiamo trovato casa. Non è una di quelle vittorie che ti alzano dal suolo come nelle fiabe, ma una vittoria sofferta, una di quelle che ti ricordano che nulla è mai garantito.
Non pensavo che trovare casa ad Amsterdam sarebbe stata un'impresa simile. Tutti parlano della città come di una delle capitali del mondo, della sua apertura, della sua tolleranza. Ma quando cerchi un posto dove mettere radici, tutto si complica. Ogni appartamento che vedevamo era già preso, ogni speranza si dissolveva in pochi minuti. La lista d'attesa sembrava infinita, i contatti erano freddi, distaccati, indifferenti. Ero arrivata a pensare che la città non ci volesse qui, che in fondo non avremmo mai trovato un posto che potesse diventare la nostra casa.
Poi è successo. Un piccolo miracolo, un colpo di fortuna in una delle vie più famose del centro, proprio dove meno ce lo aspettavamo. Il cuore della città si è aperto e ci ha permesso di entrare. Ma la sensazione è strana, quasi irreale. Mi chiedo ancora se sia davvero il luogo giusto. Il rumore dei tram, il brusio costante delle biciclette che sfrecciano avanti e indietro, i turisti che si aggirano confusi tra le strade strette e i canali... Mi sento una spettatrice, come se la città appartenesse a qualcun altro. E forse è proprio così. Forse questo non sarà mai davvero il nostro posto.
Ma per ora va bene così. Ho imparato a non chiedere troppo, a non desiderare l'impossibile. Questa casa è un rifugio, una tregua temporanea. Ci sono ancora scatoloni ovunque, vestiti sparsi, oggetti dimenticati nel caos del trasloco. Ma va bene. Questo caos è il nostro caos, ed è tutto ciò di cui ho bisogno per sentirmi, almeno per ora, un po' più vicina a qualcosa che assomiglia alla pace. Guardo fuori dalla finestra e vedo il riflesso delle luci di Natale nell'acqua dei canali. È strano, la città sembra quasi più calma la sera. Mi piace questo momento, quando il giorno si spegne e rimane solo il silenzio. Forse è questa la magia di Amsterdam: la capacità di sorprenderti, anche quando tutto sembra troppo rumoroso, troppo veloce. In questi istanti di quiete trovo una sorta di conforto.
Questa città ci ha messi alla prova, ma adesso, nel profondo, so che non è il luogo che conta. Non è il centro di Amsterdam che mi darà pace. È la nostra capacità di adattarci, di resistere e trovare bellezza anche dove sembra non esserci nulla. La casa non è solo quattro mura, è uno stato mentale, una condizione che creiamo dentro di noi. Lo capisco ora, mentre scarto un vecchio libro, mentre appendo una fotografia che mi ricorda chi sono. Amsterdam è così, ti sfida, ti costringe a guardarti dentro. E ora, guardandomi intorno, sento che forse potrei cominciare a far parte di tutto questo. Forse non mi sentirò mai completamente a casa, ma almeno posso cercare di essere a mio agio nell’incertezza.
Café de Sluyswacht è un affascinante caffè situato in un edificio storico del 1695, originariamente costruito come casa del guardiano della chiusa. Si trova in Jodenbreestraat 1, Amsterdam. Questo caffè è noto per la sua atmosfera accogliente e il suo caratteristico edificio inclinato, con una splendida vista sul canale. È un luogo popolare sia tra i residenti locali che tra i turisti, perfetto per rilassarsi con una bevanda e godersi l’ambiente storico.
La foto e' stata scattata da me.
Background musicale: "Into My Arms" - Nick Cave & The Bad Seeds
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Ogni parola in questo blog nasce dalle mie esperienze e riflessioni. Scrivo per passione, non per professione, perché è il mio modo di respirare. La tua privacy è importante: le informazioni condivise saranno trattate con riservatezza.Per maggiori dettagli, consulta la mia Informativa sulla Privacy.
Eclipse ~ Eclixar.
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