Oggi ci svegliamo presto, la pioggia di Amsterdam ci accoglie, quella di una città che si sta appena stiracchiando. Siamo in un hotel cinese, terribile, sporco, ma con una vista che ci ricorda il perché di questa scelta. Le pareti sembrano aver visto meglio giorni e notti, e il letto è un trionfo di incertezze. Non so come ho fatto a scegliere un posto così. Ma, come sempre, si deve andare avanti. La colazione è un rito di sopravvivenza. Il caffè è debole e quasi amaro, il pane è duro come il granito. Ma c'è qualcosa di confortante nel pensare che, in qualche modo, questi piccoli dettagli rendono l’esperienza più autentica. Nonostante tutto, il cibo ci dà energia per affrontare la giornata. Con il mio ragazzo, ci dirigiamo verso il centro città, cercando di non farci travolgere dalla delusione del primo impatto.
Camminiamo per le strade di Amsterdam, immersi in un mare di biciclette che sembrano avere vita propria. La città ha un’energia pulsante, un ritmo che non si ferma mai. Gli edifici, stretti e altissimi, ci osservano con una maestà discreta. Siamo accolti da un vento fresco, un messaggero delle stagioni che cambiano, e ci rendiamo conto che ogni angolo di questa città racconta una storia. Prendiamo un caffè in un bar accogliente vicino al canale, i cui riflessi scintillano come diamanti sotto i raggi del sole. Il barista, un uomo dai capelli grigi e il sorriso gentile, ci serve con una pazienza che rispecchia la calma dell’ambiente. Mentre sorseggio il mio caffè, guardo il mio ragazzo, il quale osserva il paesaggio con uno sguardo che rivela quanto questa città lo affascini.
Passeggiamo senza una meta precisa, lasciandoci guidare dal vento e dalle sensazioni. Il mercato di Albert Cuyp è un tripudio di colori e profumi: frutta esotica, pesce fresco e formaggi che invitano al peccato di gola. Assaggiamo un po' di tutto, dal dolce dei pancake alle salsicce speziate, tutto immerso in un’atmosfera di festa e spontaneità. Ogni morso è un'esperienza, ogni odore è una promessa di nuovi ricordi. Il pomeriggio trascorre tra musei e gallerie, come il Rijksmuseum, che ci incanta con le sue opere d’arte e la storia che racconta. Ogni quadro è una finestra su un tempo passato, ogni sala è una riflessione su ciò che siamo e ciò che potremmo essere.
La sera si avvicina e il nostro nuovo hotel, situato nella zona Plantage, ci aspetta. La zona è più tranquilla, e l’hotel sembra avere un aspetto più accogliente, sebbene anche qui il comfort sia relativo. Ci sistemiamo e ci concediamo una cena leggera in un ristorante vicino, dove il cibo è semplice ma preparato con amore. Questa giornata è stata una rivelazione di quanto Amsterdam possa essere vibrante e intensa, nonostante le imperfezioni iniziali. Ogni momento, ogni esperienza, sembra legarsi in un mosaico di emozioni che non posso fare a meno di abbracciare. La città ha saputo superare le mie aspettative, regalandomi una visione di libertà e autenticità che non posso ignorare.
C’è qualcosa di magico in questa città, qualcosa che ci chiama a tornare, a scoprire, a vivere. E mentre mi addormento, con il pensiero di domani che si fa largo nella mia mente, non posso fare a meno di sentire che questo è solo l’inizio di una nuova avventura.
Background musicale: “Un Uomo da Pochi Soldi” - Paolo Conte
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