A volte, la solitudine non è un vuoto da colmare, ma una condizione necessaria, quasi indispensabile, per capire chi sono veramente. È come se il rumore del mondo, delle sue urla incessanti, dei suoi desideri inutili, mi soffocasse, mi annebbiassi la mente, impedendomi di pensare con chiarezza.
Mi ritrovo, allora, a cercare rifugio in quel silenzio. Un silenzio che non è assenza, ma presenza densa, palpabile. Un silenzio che mi costringe a fare i conti con me stessa, con le mie paure, le mie aspirazioni, i miei sogni nascosti. È un momento di verità, crudele a volte, ma necessario.
Decido di allontanarmi dal frastuono delle interazioni sociali, da quel chiacchiericcio incessante che, come un veleno, penetra lentamente nella mia anima. Mi rifugio nei libri, nei classici della letteratura, nelle opere dei grandi filosofi. Lì trovo una compagnia che non pretende, non chiede, ma offre. Offre comprensione, saggezza, conforto.
In queste pagine, scritte da uomini e donne che hanno navigato i labirinti della mente umana, trovo risposte che non sapevo di cercare. O forse, trovo altre domande, più profonde, più inquietanti. Mi interrogo su cosa significhi veramente vivere, su quali siano le mie vere aspirazioni. È in questo momento che comprendo quanto spesso la mia mente sia affollata da pensieri inutili, preoccupazioni banali, che mi distolgono dal capire ciò che veramente conta.
Mi chiedo se la solitudine non sia, in realtà, una chiave. Una chiave per aprire quelle porte dentro di me che ho sempre tenuto chiuse, per paura di ciò che avrei potuto trovare. È in questa introspezione che comincio a delineare, con maggiore chiarezza, i miei desideri più autentici, le mie ambizioni più vere. Forse, ciò che voglio veramente dalla vita non è ciò che il mondo si aspetta da me, ma qualcosa di più profondo, di più personale.
E così, in questo silenzio, accompagnata dalla voce sommessa di “A Day in the Life” dei Beatles, mi lascio trasportare. La musica diventa un sottofondo perfetto, un filo conduttore che lega i miei pensieri, li ordina, li rende più chiari. La solitudine, allora, non è più un fardello, ma una compagna fedele, che mi guida lungo questo percorso di scoperta interiore.
Ricomincio a ricordare chi sono. Ricordo i sogni che avevo da bambina, le aspirazioni che ho soffocato per conformarmi alle aspettative degli altri. Ricordo quella luce che avevo negli occhi, una luce che non voglio più lasciare spegnere. Eclipse.
• remember me •
• Eclipse •
Eclipse
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Eclipse ~ Eclixar.
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