Tuesday, September 11, 2001

September 11, 2001


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• Published on Tuesday, September 11, 2001 • No comments

Poco fa è successo qualcosa di scandaloso. Stavo qui seduta sul divano, tranquilla, mentre guardavo tranquillamente la mia serie tv preferita... E all'improvviso, boom! La programmazione del giorno viene interrotta bruscamente per lasciare spazio a un'improvvisa edizione straordinaria. Ed ecco comparire sullo schermo l'impensabile: una delle torri gemelle di New York, con un enorme taglio su di essa, avvolta dalle fiamme, il fumo nero che si alza verso il cielo come se volesse ingoiare tutto. Sono rimasta lì attaccata allo schermo... È una scena da film? È un trailer ben riuscito per una nuova serie tv? Oppure, Dio non voglia, è la realtà? Un corto circuito? che cosa puo' essere? La mia mente corre in tutte le direzioni possibili, cercando di dare un senso a quello che sto vedendo. Ma tutto sembra così surreale, così al di là della mia comprensione.

Poi, mentre continuo a fissare lo schermo con gli occhi spalancati, vedo le immagini trasformarsi davanti ai miei occhi. È come se la realtà si stesse dissolvendo e una nuova, terribile verità stesse emergendo al suo posto. Le fiamme divorano la torre gemella, il fumo si alza sempre più denso, e in mezzo a tutto questo caos, un aereo di linea si avvicina velocemente. È come se stesse per colpire il grattacielo, ma è troppo grande, troppo rapido, troppo reale per essere parte di una fiction.

Il secondo aereo di linea si schianta contro la seconda torre gemella con un fragore assordante, tutto sotto gli occhi di tutti... Dietro allo schermo, nel caos e nella confusione, sento le voci dei conduttori televisivi che cercano di spiegare ciò che sta accadendo, non lo sanno nemmeno loro, le loro parole sembrano lontane, incomprensibili. È come se fossi intrappolata in un incubo, un incubo che non finisce mai, un incubo che si sta svelando davanti ai miei occhi in tutta la sua crudele realtà.

Il conduttore televisivo, con il volto sbiancato dalla paura e gli occhi spalancati, cerca disperatamente di mantenere la compostezza mentre il mondo intorno a lui sembra crollare. La sua voce, solitamente sicura e autorevole, ora trema leggermente mentre cerca di trasmettere informazioni agli spettatori, ma le parole sembrano fuggirgli dalla bocca come foglie in una tempesta. La sua espressione è un misto di incredulità e terrore, mentre cerca di comprendere ciò che sta accadendo davanti ai suoi occhi. Le sue mani, nervose, si agitano leggermente mentre tiene il microfono, e si può percepire la tensione che si diffonde attraverso il suo corpo. Ogni tanto, scambia sguardi con i colleghi dietro le quinte, come se cercasse rassicurazioni che non può trovare. Nonostante i suoi sforzi, è evidente che anche lui è stato colto di sorpresa da questa tragica situazione e si trova ad affrontare un compito quasi impossibile: comunicare una tragedia in un momento di totale caos e confusione. Eppure, nonostante le sue paure e incertezze, rimane al suo posto, consapevole della responsabilità che ha nei confronti degli spettatori e determinato a fare del suo meglio per guidarli attraverso questa terribile prova.

E poi, mentre continuo a guardare, vedo le persone sullo schermo, persone come me, correre in preda al panico, cercare rifugio dalla pioggia di detriti e fumo che avvolge le strade di New York. Le urla di terrore, le sirene delle ambulanze, il suono delle macerie che crollano, tutto si fonde in un infernale crescendo di caos e disperazione.

Nel frattempo, le telecamere continuano a riprendere, a mostrare il mondo intero ciò che sta accadendo, come se volessero imprigionare questo momento nella memoria collettiva dell'umanità. E io resto lì, con il cuore in gola, incapace di muovermi, di staccare lo sguardo da quella scena apocalittica che si svolge davanti a me.

E mentre il tempo passa, le notizie arrivano, una dopo l'altra, come colpi al cuore. C'è chi è riuscito a scappare, chi è rimasto intrappolato tra le macerie, chi ha perso la vita in questa tragedia senza precedenti. E io, da lontana, mi sento impotente, inutile, disperata.

30 minuti dopo arrivano altre notizie... “Un altro aereo di linea…”, inizia, la sua voce tremante ma determinata, “si è appena schiantato contro il Pentagono”. Le parole escono come un sussurro, ma riecheggiano come un tuono nella stanza silenziosa. Il conduttore televisivo, già sopraffatto dalla serie di tragedie che si stanno svolgendo sotto i suoi occhi increduli, è colto da un nuovo ondata di sgomento. Le sue parole si bloccano in gola, il suo sguardo si annebbia mentre cerca di elaborare la portata di questa nuova tragedia. È come se ogni nuovo sviluppo lo colpisse con una forza ancora maggiore, facendolo sprofondare sempre più nel terreno dell'orrore e della disperazione. Dietro di lui, il silenzio è quasi assordante, interrotto solo dal sordo ronzio dei monitor e dalla frenetica attività dei membri della redazione. Le loro espressioni sono una mescola di sgomento e paura, mentre cercano di elaborare le notizie che stanno trasmettendo. Il conduttore cerca di trovare le parole giuste per comunicare la gravità della situazione.

E così, il mondo intero è testimone di un'epoca segnata da eventi strazianti e tragici, che rimarranno impressi nella memoria collettiva dell'umanità per sempre.

Background: What's going on - Marvin Gaye

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