È come se ogni volta che apro un libro, una voce maligna mi sussurra all'orecchio: "Preparati a essere annichilita dalla montagna di compiti che ti aspetta". Grazie, ma preferirei di gran lunga un messaggio di incoraggiamento tipo: "Sei fantastica, puoi fare tutto". Ma no, devo accontentarmi di questo.
E non parliamo dei professori. Sembrano convinti che io abbia tempo infinito a disposizione, come se fossi un supereroe dotato del potere di rallentare il tempo. Ma no, sono solo una ragazza normale che cerca disperatamente di evitare una crisi nervosa.
E poi ci sono i pensieri che mi assillano mentre cerco di concentrarmi. Tipo: "Perché devo studiare la struttura delle cellule quando posso pensare a quale sarà il mio prossimo snack?" o "Chi ha deciso che la trigonometria è più importante di una passeggiata al parco?" Domande che restano senza risposta, mentre cerco di decifrare i misteri dell'universo accademico.
Ma forse, alla fine, c'è un senso in tutto questo. Forse questa è solo una fase transitoria, una tappa necessaria per arrivare a qualcosa di più grande. O forse sto solo cercando di convincermi che tutto questo ha un senso. Chi può dirlo davvero?
Background: "Loser" by Beck
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