L'aria fredda di dicembre porta con sé un profumo unico, un misto di legna che brucia nei camini e promesse sospese nell’aria. È un odore che mi riporta indietro nel tempo, a quei Natali dell’infanzia, pieni di magia e meraviglia. La mattina si apre con il suono del risveglio, un fruscio di carta e nastri colorati che si sparpagliano sul pavimento. I miei occhi si aprono lentamente, ma il cuore batte forte, anticipando la gioia di scoprire cosa si nasconde sotto l'albero. I regali sono tanti, ognuno con la sua storia da raccontare. Un Game Boy Color, con il suo schermo luminoso che promette ore di avventure. Un paio di orecchini a forma di stella, piccoli gioielli che catturano la luce del mattino. Un lettore DVD, simbolo di un futuro tecnologico che inizia a farsi presente.
E poi ci sono i Rollerblades, lucidi e pronti per essere messi alla prova sulle strade del quartiere. Una pistola ad acqua Super Soaker, promessa di battaglie estive sotto il sole. Un paio di jeans alla moda, che mi fanno sentire grande, quasi adulta. Un profumo dolce, il primo vero passo verso l’adolescenza. Un poster delle Spice Girls e vari merchandise, simboli di una cultura pop che mi fa sentire parte di qualcosa di più grande. Una sciarpa della Sampdoria, il legame con la mia città e la mia squadra. E infine, una polaroid, pronta a catturare i momenti più belli di questo Natale e degli anni a venire.
Dopo la chiesa, il pranzo di Natale è un tripudio di sapori. La tavola è imbandita con piatti tipici genovesi: la farinata, croccante e dorata; la focaccia al formaggio, un'esplosione di sapore che si scioglie in bocca; il pesto con le trofie, un abbraccio di basilico e formaggio che mi fa sentire a casa; il coniglio alla ligure, un piatto ricco e confortante, come un abbraccio della nonna. E poi, l’ingresso trionfante del panettone milanese, soffice e dorato, con la sua corona di canditi e uvetta (per me quello senza canditi e uvetta). Ogni morso è un ritorno all'infanzia, un viaggio tra i ricordi di tutti i Natali passati.
C’è qualcosa di profondamente umano nel celebrare il Natale. È un momento di pausa, di riflessione, di amore. È il tempo in cui ci fermiamo a guardare chi siamo, da dove veniamo, e dove stiamo andando. E in quel momento, tutto sembra possibile. Le promesse sospese nell’aria fredda di dicembre diventano reali, tangibili. È come se il mondo intero si fermasse per un attimo, trattenendo il respiro, aspettando il miracolo. Sento una profonda gratitudine. Per quei momenti di felicità pura, per le persone che hanno reso la mia vita così ricca di amore e di significato. Per il calore di una casa, per il profumo di legna che brucia nei camini, per le promesse sospese nell’aria.
Oggi è Natale, e io sono di nuovo quella bambina, con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore colmo di gioia.
Background: White Christmas - Irving Berlin
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