Sono qui, sul filo sottile del tempo che divide il passato dal futuro. È il 31 dicembre 1999, l’ultimo giorno di un millennio che sta per concludersi. Tutto intorno a me sembra impregnato di una strana energia, un misto di eccitazione e trepidazione. Sento l’odore dei cambiamenti imminenti, l’odore di una nuova era che sta per iniziare. Guardo fuori dalla finestra. Le luci della città brillano come stelle cadute dal cielo. Le strade sono piene di gente, tutti in attesa del grande evento. La folla, un mare di volti speranzosi, si muove con un’energia febbrile, come se il tempo stesso stesse accelerando. Tra poco dovrò uscire, unirmi alla massa, festeggiare l’arrivo del nuovo millennio. Ma per ora, sono qui, da sola con i miei pensieri.
Rifletto sul tempo, questo concetto sfuggente e inesorabile. Ogni ticchettio dell’orologio mi avvicina sempre più a mezzanotte, al momento in cui il calendario segnerà l’anno 2000. La fine di un secolo. La fine di un’era. E in me cresce un sentimento di inquietudine, una domanda persistente: siamo davvero pronti? La minaccia del Y2K pende su di noi come una spada di Damocle. I sistemi informatici collasseranno? Il mondo che conosciamo cambierà irrevocabilmente?. Ho passato gli ultimi mesi a prepararmi, come molti altri. Abbiamo aggiornato software, controllato sistemi, testato e ritestato. Ma non posso fare a meno di chiedermi se tutto questo sarà sufficiente. È come prepararsi per una tempesta, rinforzare le finestre e le porte, ma non sapere se la casa resisterà all’urto del vento.
Ricordo una notte di qualche mese fa. Ero seduta in una stanza buia, illuminata solo dalla luce dello schermo del computer. I numeri danzavano davanti ai miei occhi stanchi, linee di codice che avrebbero dovuto garantire la nostra sicurezza. La responsabilità era schiacciante, come un peso sul petto. E ora, mentre l’ora fatidica si avvicina, quella sensazione di responsabilità non fa che crescere. Penso al futuro, a ciò che ci aspetta oltre la mezzanotte. Un nuovo millennio, un nuovo inizio. Le possibilità sono infinite, ma l’incertezza è paralizzante. Mi domando come sarà il mondo domani. Le nostre vite cambieranno davvero? O continueremo, semplicemente, a vivere come abbiamo sempre fatto, adattandoci ai nuovi ritmi e alle nuove sfide?
Guardo di nuovo fuori dalla finestra. La città è un mosaico di luci e ombre, un riflesso perfetto del mio stato d’animo. La folla si fa sempre più rumorosa, i festeggiamenti stanno per iniziare. Devo uscire, unirmi a loro, lasciare che questa notte mi porti via. Ma non posso ignorare la voce dentro di me che continua a chiedersi: cosa accadrà dopo?
Vedremo. Vedremo.
E così, con un misto di speranza e timore, mi preparo a salutare questo vecchio millennio e ad accogliere il nuovo. Con ogni respiro, sento l’elettricità nell’aria, un’energia che mi spinge avanti, verso l’ignoto. Sì, siamo sul filo del tempo, e non ci resta che andare avanti, un passo alla volta, nel grande mistero del futuro.
Buon anno a tutti.
• remember me •
• Eclipse •
Eclipse
Ogni parola in questo blog nasce dalle mie esperienze e riflessioni. Scrivo per passione, non per professione, perché è il mio modo di respirare. La tua privacy è importante: le informazioni condivise saranno trattate con riservatezza.Per maggiori dettagli, consulta la mia Informativa sulla Privacy.
Eclipse ~ Eclixar.
0 Comments:
Post a Comment