Oggi c'è stata la firma. L'ho vista, l'ho sentita. È come se l'inchiostro avesse graffiato la pelle del mondo, cambiandone la forma, il colore, il sapore. Oggi, Barack Obama ha appoggiato la penna sul documento e il mondo ha trattenuto il respiro. Obamacare, lo chiamano. Ma non è solo un nome. È la promessa di un cambiamento, una rivoluzione silenziosa che si insinua nelle pieghe della vita di milioni di persone, senza fare rumore, ma con un impatto che riverbera come un tuono.
Mi chiedo cosa significhi davvero, oggi. Non parlo delle polemiche, dei dibattiti, dei numeri e delle cifre che si rincorrono nei notiziari. No, non mi interessa questo. Mi interessa l'essenza. Quel momento in cui una madre si siede al tavolo della cucina, stringendo tra le dita un foglio che le promette una nuova possibilità. O forse una ragazza, troppo giovane per portare sulle spalle il peso di una malattia, che finalmente respira un'aria diversa, più leggera. Chissà, forse sono solo illusioni, forse sto romantizzando l'irrimediabile.
Eppure non posso fare a meno di credere che ci sia qualcosa di più, una scintilla nascosta, pronta ad accendersi nel cuore di chi vive nell'ombra. Ombra, sì. Perché l'oscurità è parte di noi. Siamo fatti di luce e ombra, di speranza e disperazione, e talvolta, quando tutto sembra perduto, una firma su un foglio può fare la differenza. Può tracciare una nuova rotta, può ridare vita.
E mentre scrivo queste parole, mi chiedo se davvero siamo pronti a comprendere il peso di quella firma. La mia mente vaga, si perde tra i ricordi. Penso a tutte le volte in cui ho cercato risposte, nelle notti insonni, quando il silenzio urlava più forte di qualsiasi parola.
E oggi, in questa calda mattina d'agosto, le risposte sembrano ancora lontane, sfuggenti come il vento tra i capelli. Forse non le troverò mai, forse non le troveremo mai. Ma c'è una bellezza in questo, un mistero che ci tiene vivi, che ci spinge a continuare, nonostante tutto. E così, mentre il mondo si prepara a cambiare, io rimango qui, ad osservare. Con la musica che suona in sottofondo, una vecchia canzone di Lucio Battisti, "La canzone del sole".
Perché la verità è che il cambiamento fa paura, ci spaventa. Eppure, lo cerchiamo, lo bramiamo, come se fosse la risposta a tutte le nostre domande. E oggi, con questa firma, una nuova porta si apre. Non sappiamo cosa ci sia dall'altra parte, ma dobbiamo avere il coraggio di attraversarla, di affrontare l'ignoto, di vivere. Perché in fondo, è questo che conta davvero, no? Vivere.
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