E oggi, che giorno è? Oggi è un giorno come tanti, ma è anche un giorno che possiamo decidere di non sottovalutare. Le urne sono pronte a accogliere le nostre scelte, e noi siamo chiamati a entrare in un capitolo che potrebbe definire il nostro futuro. Si vota, e con ogni scheda che viene inserita, si scrive una pagina della nostra storia collettiva. Eppure, il voto non è solo una formalità, è una resa dei conti con noi stessi. Un atto che riflette la nostra identità, le nostre paure, e le nostre speranze.
Entrando nel seggio, il freddo della sala mi avvolge come un velo invisibile, e mi sembra di sentire il battito del mio cuore che accelera. Quante volte ho desiderato che la mia voce avesse il peso di un urlo in una tempesta? Ma ora, in questo momento silenzioso e carico di aspettative, il mio voto è l'unico strumento di cui dispongo per farlo. E non è solo un pezzo di carta. È un simbolo, un atto di ribellione, una dichiarazione di intenti. Entro nella cabina e il mio sguardo si posa sulla scheda elettorale. Ogni nome scritto lì è una promessa, un progetto, un'idea di futuro. Eppure, quanto sono consapevole del peso che questa scelta ha? Il mio pensiero si perde nei meandri della politica, dei compromessi e delle illusioni. La verità è che nessuna scelta è totalmente libera da ambiguità, e il futuro, per quanto lo si possa progettare, resta un campo di incertezze.
Il mio voto è un grido silenzioso di speranza e disperazione, un grido che non sempre trova risposte. Ogni volta che mi avvicino alle urne, mi sento come un poeta che tenta di dare forma all'informe, di dare voce a ciò che sembra inesprimibile. Il voto è la nostra possibilità di influire, ma è anche un atto di fede nella nostra capacità di cambiare il corso degli eventi. E ora, mentre esco dal seggio, il senso di responsabilità mi accompagna. Non è un peso leggero, ma è un peso che abbiamo scelto di portare. E questa scelta, che possa essere un faro o una trappola, è il nostro modo di partecipare al grande gioco del destino. Il seggio elettorale diventa un teatro di introspezione, e ogni scheda votata è un pezzo della nostra coscienza che emerge, un frammento della nostra essenza che si manifesta. Quindi, oggi, non è solo un giorno di votazioni. È un giorno di riflessione profonda e di risposte interiori. È il momento di fare i conti con le nostre scelte e di accettare le sfide che ne derivano. E, con la scheda in mano e il cuore pesante, mi allontano, consapevole che ogni decisione è un passo verso il nostro destino.
Background musicale: “Il tempo non torna più” di Antonello Venditti
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