Saturday, December 30, 2017

Riflessioni Personali


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• Published on Saturday, December 30, 2017 • No comments

Cosa mi ha reso orgogliosa questo 2017? Non è una singola impresa, non è un trionfo plateale, non ci sono trofei da esibire. Quello che mi ha reso orgogliosa è la mia capacità di resistere. Di guardare in faccia ogni sfida e non abbassare mai lo sguardo. Sono stata un’ombra, che però ha imparato a conoscere la luce.

Vivendo in questa città, Amsterdam, mi sono accorta di come la libertà sia una parola enorme. Ma come tutte le cose enormi, si rischia di non capirla appieno. La libertà è un fardello e una benedizione. Ti dà il potere di scegliere, ma anche il terrore di sbagliare. Quante volte nel 2017 ho dovuto scegliere? E quante volte ho avuto paura di farlo? Troppe. Ma questo mi ha reso più forte, e sì, questo mi ha reso anche orgogliosa.

Ho visto amici andare via, altri restare ma cambiare così tanto da non riconoscerli più. Amsterdam è una città che muta, e io, in questo, ho trovato una specie di specchio. La metamorfosi è inevitabile, e chiunque la combatta si troverà a perdere qualcosa di sé stesso. Il 2017 mi ha insegnato che resistere non significa opporsi. Resistere significa accettare il cambiamento senza smettere di essere chi sei. Questo è il segreto. Non lasciarti distruggere da ciò che non puoi controllare.

Mi ha anche insegnato ad ascoltare. Non le parole, quelle sono facili da manipolare. Ma a leggere tra le righe, a captare i silenzi, le pause, i sospiri che dicono molto più di qualsiasi frase. Ho imparato a vedere i volti che non mentono, quelli che non riescono a nascondere il peso della vita. In un certo senso, è la mia forma di compassione, e questa mi ha resa più umana.

Forse quello che più mi rende orgogliosa è aver trovato un equilibrio tra il dolore e la speranza. Non ci sarebbe l’uno senza l’altra. E nel 2017 ho visto entrambi giocare la loro partita nella mia vita. Ho sofferto, sì. Ho perso delle cose. Ma ho anche guadagnato una nuova prospettiva. La speranza è stata sempre lì, nascosta dietro un angolo, ad aspettare che smettessi di guardare solo avanti, e mi girassi indietro per trovarla.

Voglio parlare anche di tempo. Il tempo che non aspetta nessuno. Ho capito che non serve riempire le giornate di cose da fare, se non impariamo a riempirle di senso. Ho imparato che il tempo può essere un nostro alleato, se lo trattiamo con rispetto. Mi sono data il permesso di rallentare, di riflettere, di respirare. Ed è per questo che oggi posso dire, senza esitazione, che sono orgogliosa del 2017. Non perché sia stato un anno perfetto, anzi. Ma perché mi ha insegnato a trovare la perfezione anche nelle crepe.

Non sono ancora arrivata, lo so. Ma sto camminando nella giusta direzione.
Questo è tutto ciò che conta, alla fine.

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Eclipse ~ Eclixar.

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