La scrittura è cambiata, si evolve continuamente, proprio come me. Ogni parola che scelgo, ogni frase che compongo, non è più solo un esercizio di stile. È vita. Un riflesso di quello che sono ora. O forse, di quello che sto diventando. Le mie storie si mescolano al quotidiano, ai volti che incontro, agli angoli di questa città. Ma è davvero tutto qui?
Ricordo quando scrivevo con una certa ingenuità. Come se tutto fosse facile, come se le parole fossero semplicemente lì, pronte per essere afferrate. Ora so che non è così. Ogni singola frase è una lotta, un percorso. E non basta più parlare di me. Voglio scavare più a fondo, esplorare le complessità che ci circondano. La politica, la scienza, l'identità. Tutto ciò che ci definisce come esseri umani.
Ma c'è di più. La tecnologia ha cambiato il modo in cui comunichiamo, come interagiamo con il mondo. Ci sono giorni in cui mi sembra di essere intrappolata in un flusso costante di informazioni, incapace di fermarmi e riflettere. Scrivere, per me, è diventato un modo per rallentare il tempo. Per dare un senso a tutto questo caos. «Oltre le parole» significa anche questo: uscire dai confini della scrittura tradizionale, esplorare nuove forme, nuove voci. Ho iniziato a usare video, immagini, suoni. Perché limitarmi solo alle parole quando il mondo offre così tante altre vie per esprimermi?
Tuttavia, mi chiedo spesso se questa evoluzione stia portando con sé una certa perdita di autenticità. Siamo così bombardati da contenuti che rischiamo di dimenticare il valore del silenzio, dello spazio vuoto tra una parola e l'altra. Mi ritrovo a riflettere su come possiamo tornare a un modo più intimo di comunicare, anche nell'era digitale. Oggi, scrivere non è più solo mettere nero su bianco i miei pensieri. È un processo di scoperta continua. Ogni parola apre una nuova porta, ogni frase è una scelta. Scelgo di essere onesta, anche quando fa male. Scelgo di esplorare nuove direzioni, anche quando non so dove porteranno.
Forse, in questo mio viaggio, ho perso qualcosa. Forse ho lasciato indietro pezzi di me che non torneranno più. Ma in ogni perdita c'è anche una nuova possibilità. Un'evoluzione, un cambio di prospettiva. E questo mi basta per andare avanti. La verità è che non so dove mi porterà la mia scrittura. Ma forse è proprio questo il punto. L'incertezza, la libertà di non dover sapere tutto in anticipo. Scrivo per capire, per dare forma ai miei dubbi. Scrivo per non perdere me stessa in un mondo che cambia troppo in fretta.
E tu? Ti sei mai chiesto cosa resta delle tue parole una volta che le hai lasciate andare?
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Eclipse
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