E noi, qui, senza scelta, ci domandiamo quale dei due vincerà #
L’Europa è sull’orlo di una crisi che ha il sapore dell'inverno, un inverno freddo non solo per il clima, ma per l'energia che sembra scarseggiare. Le luci nelle città sono più deboli, i riscaldamenti si abbassano, e la sensazione di precarietà cresce. Mentre scrivo, sento il peso della realtà, quella realtà che ci costringe a confrontarci con scelte difficili, forse incomplete.
Le cause? Lo sappiamo tutti, ma nessuno sembra volerne parlare fino in fondo. La dipendenza dalle risorse energetiche estere, i conflitti geopolitici, le decisioni miopi di chi avrebbe dovuto prevedere tutto questo. Ed eccoci qui, in bilico tra la luce e l'ombra, tra la necessità di sopravvivere e la paura di quello che potrebbe accadere domani. Ricordo i mesi in cui tutto sembrava stabile. Le case illuminate, le strade calde di vite che scorrevano. Ora, invece, il timore cresce: quanto ci costerà davvero questa crisi? Non parlo solo di soldi, ma del costo umano.
Le famiglie, già provate da anni di pandemia, ora si trovano a dover scegliere se accendere il riscaldamento o risparmiare per il cibo. È un ciclo di ingiustizia che sembra non avere fine. Mi guardo intorno, vedo volti preoccupati, gli occhi di chi sa che il peggio non è ancora arrivato. Forse non arriverà mai, ma è la paura stessa a rendere il presente insostenibile. «L'energia è potere», ci hanno sempre detto. Ma che potere ci resta se non possiamo permetterci di accendere una lampadina? Le grandi aziende continuano a dettare le regole, mentre i piccoli si arrangiano come possono. In tutto questo, chi ci governa sembra distante, incapace di comprendere il dolore che sta scendendo nelle case di milioni di persone.
Ma quanto può durare questa situazione? L’inverno è lungo, e ogni giorno sembra portarci più vicini al baratro. Le promesse di nuovi approvvigionamenti, di soluzioni miracolose, appaiono come vuote. Lo sappiamo tutti, anche se nessuno osa dirlo. Ci sono decisioni da prendere, e dovremmo farlo ora. Non domani, non quando sarà troppo tardi. Dov’è il coraggio di chi dovrebbe proteggerci? Dove sono le risposte che ci meritiamo?
Mi domando cosa riserverà il futuro. Ci sarà una via d'uscita o saremo condannati a vivere nell’incertezza, a oscillare tra la luce e l'ombra, come pedine di un gioco che non comprendiamo fino in fondo?
Cosa sarà di noi, se anche la luce che conosciamo svanisce?
Le ombre si allungano, eppure mi chiedo: possiamo davvero spegnere la luce senza combattere? O siamo noi stessi l'ombra che temiamo?
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