Friday, January 24, 2020

Lockdown in Cina


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• Published on Friday, January 24, 2020 • No comments

Le immagini dalla Cina spezzano il fiato. Strade vuote, piazze deserte, un silenzio che rimbomba. Non c'è nulla di umano in quelle riprese. Nessun volto, nessun respiro. Solo la polvere che si alza dai marciapiedi, spinta da un vento che sembra esistere solo per ricordarci quanto siamo fragili. Wuhan è diventata l'epicentro di un incubo. Sessanta milioni di persone, isolate come se la loro vita fosse improvvisamente diventata un film distopico. È così che inizia, con la chiusura totale, la storia del primo lockdown di massa.

Wuhan è il cuore della provincia di Hubei. Un nome che, fino a poco tempo fa, non diceva niente al mondo. E ora? Ora è sinonimo di paura. Le autorità parlano di un virus che ha un genoma simile per il 96,2% al coronavirus tipico del pipistrello. Ma come ci siamo arrivati? Come è possibile che un animale diventi l’origine di tutto questo? Ogni giorno si cerca di rispondere, di capire, ma le risposte non sembrano mai abbastanza.

L'isolamento inizia ieri, 23 gennaio 2020, e da quel momento la vita si ferma. Nessuno entra, nessuno esce. Le strade sono bloccate, le serrande dei negozi abbassate, i treni vuoti. Un'intera città si è fermata, sospesa in un tempo che sembra infinito. «Tornerà tutto come prima?» mi chiedo, mentre le immagini mi scorrono davanti agli occhi. Non posso smettere di guardarle. È un'ossessione.

Penso a quei volti nascosti dietro le mascherine. A quei corpi che camminano soli, distanti, evitando il contatto come se fosse l'unica possibilità di salvezza. E mi chiedo, cosa farei io? Se fosse la mia città, il mio paese, la mia gente... Riuscirei a resistere a questa prigionia invisibile? A questo nemico che non puoi vedere ma che sai essere lì, in agguato?

Il mondo guarda, impotente. Noi guardiamo. Ma quanto ci sentiamo davvero distanti da quella realtà? È così lontana o inizia a insinuarsi anche nelle nostre vite, nei nostri pensieri? Sento una paura sottile, che si insinua come un veleno. Prima la rifiuti, poi la comprendi. E se fosse solo questione di tempo? Si parla di scienza, si parla di soluzioni. Ma dietro ogni numero, ogni statistica, ci sono vite reali. Uomini, donne, bambini che vedono il mondo cambiare sotto i loro piedi. In Cina, una città si è svuotata di tutto ciò che è normale. E mentre youtube live trasmette immagini di strade deserte, io non posso fare a meno di pensare a quel 96,2%. Un numero che sembra piccolo, ma che significa tutto.

Wuhan è diventata il simbolo di un futuro incerto. Un punto nero su una mappa che sembra allargarsi ogni giorno di più. La Cina oggi, ma domani chi sarà? E noi?Quanto siamo distanti dal prossimo lockdown?

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