La calma apparente di quei giorni estivi fu infranta da un catastrofico risveglio. Le immagini delle torri in fiamme, dei corpi precipitando nel vuoto, colpirono il cuore della mia coscienza. L’eco di quel giorno risuona ancora oggi. Ogni volta che ripenso a quelle scene, sento una fredda incompiutezza che mi pervade. Non si tratta solo di una tragedia distante; è come se avesse scosso le fondamenta del nostro stesso essere. Il dolore di quel momento è così palpabile, così vicino, che sembra di poterlo toccare con mano.
Nel silenzio dopo la tempesta, le domande incombono: perché è successo? Cosa ha portato a questa violenza? E soprattutto, come siamo cambiati come esseri umani? Ricordo le notizie che si susseguivano: interviste con sopravvissuti, discussioni senza fine tra esperti, analisi geopolitiche. Ma nulla poteva veramente spiegare l’orrore di quello che avevamo visto. Era come un film surreale, ma era la realtà. Era il nostro mondo che veniva lacerato, con conseguenze che avremmo dovuto affrontare per anni a venire. La città di New York, un tempo simbolo di speranza e di modernità, si era trasformata in un campo di rovine. E noi, spettatori di quel catastrofico evento, ci sentivamo improvvisamente piccoli e vulnerabili. Le certezze che avevamo su come funzionava il mondo venivano frantumate, e la nostra percezione di sicurezza era messa a dura prova.
Ogni giorno successivo portava con sé un senso di attesa e di inquietudine, mentre il mondo tentava di riprendersi da quel colpo mortale. Sono passati anni, ma il ricordo rimane vivido. Il tempo non cancella mai completamente la memoria degli eventi traumatici. Ogni anniversario riporta alla luce le ferite mai del tutto rimarginate. La domanda è: come possiamo andare avanti quando il passato continua a definirci? Ogni anniversario dell’11 settembre ci ricorda la nostra fragilità e la nostra resilienza. Ci ricorda che, anche nei momenti più bui, abbiamo la capacità di rialzarci e di costruire un futuro migliore. Ma è una lezione che portiamo con noi ogni giorno, consapevoli che il passato non può essere dimenticato, ma solo accettato e compreso.
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