« Ricorda di guardare le stelle e non i tuoi piedi. Cerca di dare un senso a ciò che vedi e chiediti cosa rende l’universo esistente. Sii curioso. » - Stephen Hawking
Il tempo scivola come sabbia, tra le dita si disperde, e rimane solo il silenzio della notte che si avvicina # Sono qui, in questa giornata che dovrebbe essere di festa, ma sento solo un peso. Oggi è Natale. Un giorno che dovrebbe brillare di gioia e di calore, ma invece... è un giorno qualunque. Non è sempre stato così. Da bambina, il Natale mi riempiva di stupore. Luci, regali, profumo di pino... Ma ora? Non sento più nulla di tutto questo. Il tempo ha tolto significato a ogni cosa, o forse sono io a essere cambiata. La verità è che mi sono persa. Persa tra i mille impegni, le corse, la routine che mi divora. Ogni giorno è una lotta. La palestra, il pub – il mio lavoro – il mio ragazzo, gli amici. E poi ci sono io, dimenticata in qualche angolo. Perché alla fine, quando tutto si spegne, mi rendo conto di non essere più io. Sono un'ombra di ciò che ero, o forse, non sono mai stata davvero qualcosa.
Mi dicono che sto bene, che sono fortunata. Ho tutto: una vita piena, gente intorno, amore. Ma cosa significa tutto questo se dentro senti solo vuoto? Eppure non è tristezza, non è nemmeno rabbia. È qualcos'altro. Una mancanza. Un desiderio che mi divora dall'interno, ma non so di cosa. È come se stessi cercando qualcosa, ma non so cosa. Forse una parte di me che ho perduto lungo la strada. Forse quel senso di pace che provavo da bambina quando tutto era semplice.
La verità è che il Natale non ha più un'anima. Le luci, le canzoni, i regali... Tutto appare vuoto. Un teatro. E io? Io sono spettatrice di questo spettacolo. Sto qui, osservo, ma non partecipo. Le cose vanno avanti, come sempre. Ma io rimango indietro. Mi chiedo se sarò mai capace di recuperare quel senso di appartenenza, di calore. Forse no. Forse questo è solo un passaggio. Mi sforzo di partecipare, di esserci. L'abbraccio del mio ragazzo è l'unica cosa che mi tiene ancorata a questa realtà. Mi dice di rilassarmi, di vivere il momento. Ha ragione, lo so. Ma come si fa a vivere il momento quando non si sente nulla? Quando ogni cosa sembra uno sfondo distante?
Mi piacerebbe tornare a scrivere, trovare rifugio tra le parole come facevo un tempo. Ma non trovo mai il tempo. Sempre troppo impegnata. E quando trovo un attimo di pace, preferisco staccare la spina, uscire, leggere un libro, guardare il mare, fare qualcosa che mi distragga da questa inquietudine silenziosa che mi accompagna ovunque. È Natale, sì. Ma non riesco a festeggiarlo. Non riesco a farlo mio. Il mondo celebra, e io resto a guardare.
E mentre scrivo queste parole, mi chiedo se qualcuno, là fuori, senta lo stesso. Questa solitudine in mezzo alla folla, questo silenzio in mezzo al caos. È come se fossi qui, ma non fossi davvero. La mia mente vaga altrove, tra ricordi sbiaditi e desideri mai realizzati. E forse, in fondo, sto solo cercando me stessa.
Forse un giorno mi ritroverò, e questo Natale silenzioso sarà solo un ricordo lontano. Forse allora potrò tornare a sentire. O forse no. Forse la vita è questa, un continuo tentativo di adattarsi a qualcosa che non ci appartiene più. Forse non ci credo più...
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