Saturday, February 22, 2014

Rivoluzione della Dignità


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• Published on Saturday, February 22, 2014 • No comments

Il mondo osserva, immobile e muto, mentre il destino danza sul filo del rasoio #

La crisi in Ucraina scuote il mondo con la violenza di un terremoto. È impossibile restare indifferenti, anche da qui, lontano migliaia di chilometri da Kiev, si avverte il tremore sotto i piedi. Le notizie arrivano veloci, implacabili, come un rullo compressore che appiattisce le certezze e spazza via ogni illusione di stabilità. Non è solo una questione di geopolitica, non è solo una lotta di potere tra grandi nazioni. Questa è la lotta dell'umanità per la propria anima.

L'ho detto più volte, e lo ripeto ancora: quando il potere decide di imporre la propria volontà, di distruggere, di annientare, chi soffre non sono i leader, non sono quelli che siedono dietro scrivanie di legno lucido e fanno calcoli cinici su mappe colorate. Chi soffre sono le persone comuni, le madri che stringono i loro figli al petto, gli anziani che non comprendono più il mondo che li circonda, i giovani che vedono il loro futuro disintegrarsi davanti ai loro occhi.

Mi domando come si possa essere così ciechi, così freddi, così disumani. È forse questa la natura del potere? L'inevitabile corruzione dell'anima, il distacco totale da ciò che è umano, da ciò che è giusto? Non mi sorprenderebbe. Il potere è un veleno che scorre nelle vene di chi lo detiene, e pochi sono coloro che riescono a resistere al suo richiamo seducente. In Ucraina, però, la gente non resta in silenzio. Le piazze si riempiono, le voci si alzano, i canti di libertà risuonano tra le vie di Kiev, sfidando l'inverno, sfidando la paura. E questo mi riempie di una strana e dolorosa speranza. Nonostante tutto, l'essere umano resiste, combatte, non si arrende.

Ma cosa succederà dopo? Cosa ne sarà di queste persone, di questi sogni? Il mondo osserva, i potenti giocano la loro partita, ma chi ha davvero il potere di decidere? Il destino è una linea sottile, che a volte si spezza con un soffio di vento. Mi chiedo, con ansia e timore, quale sarà il prossimo capitolo di questa storia. È difficile non sentire il peso dell'incertezza. La storia è sempre stata così, un perpetuo alternarsi di luci e ombre, di speranza e disperazione. Ma c'è qualcosa di diverso questa volta, qualcosa che inquieta più del solito. Forse è la sensazione che il mondo stia cambiando, che stia entrando in una nuova era, una di quelle che si studiano nei libri di storia. O forse è solo la mia stanchezza a farmi vedere tutto più buio di quanto non sia.

Tuttavia, non posso fare a meno di credere che siamo a un bivio. Che le decisioni prese oggi risuoneranno per anni, per decenni. Che ogni parola, ogni azione, avrà conseguenze che si estenderanno ben oltre le nostre vite. E questo mi spaventa. Ma mi riempie anche di una strana forma di speranza. Perché se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è che la storia la fanno le persone, non i governi. Sono le persone comuni, con i loro piccoli atti di coraggio e di amore, a scrivere il destino del mondo.

Background musicale: "Blowin' in the Wind" di Bob Dylan

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