Oggi, come ogni giorno, mi ritrovo immersa tra i profumi e i colori di un negozio di lampade per la pelle. È un lavoro che sembra semplice e monotono, ma per me è un labirinto di riflessi e ombre in cui mi perdo volontariamente. Sono qui, a vivere un doppio gioco, una danza tra due mondi che si intrecciano: quello del lavoro e quello della mia vita interiore. Mi guardo allo specchio del negozio, e l’immagine che vedo è quella di una donna che sta cercando di mantenere il controllo, mentre la mente viaggia lontano. Ogni giorno, è come se stessi tentando di sfuggire a una parte di me stessa. Eppure, la verità è che sto vivendo il mio personale "two-timing", intrappolata tra il dovere e la volontà di un sogno che sembra sempre fuori portata. Lavorare tra le lampade mi offre un rifugio, una via di fuga dal caos delle emozioni non dette. E mentre catalogo, pulisco e organizzo, mi ritrovo a riflettere su cosa significhi veramente essere autentici e veri con se stessi.
La mia vita è un continuo equilibrio tra il mostrarmi come mi si aspetta e il desiderio di abbandonarmi completamente a quello che sento. Quella che vedo nello specchio è solo una parte di me; l’altra è nascosta, indifesa, e avvolta nel mistero delle mie vere aspirazioni. Questo “two-timing” è una condizione che mi accompagna da anni. Ogni scelta, ogni decisione, è influenzata da questo sforzo di mantenere il doppio volto. Da un lato, una facciata professionale e calma; dall’altro, un tumulto interiore di sogni e ambizioni mai pienamente esplorate. Ho imparato a convivere con questa dicotomia, ma non senza fatica. A volte, mentre cammino per le strade della città, sento il peso di questa dualità schiacciarmi, e la mia mente corre a ricordi di momenti in cui ho cercato di superare questo conflitto.
Le mie giornate sono scandite da un ritmo preciso: accogliere i clienti, vendere lampade, e poi tornare a casa, dove la solitudine mi offre la libertà di confrontarmi con la mia parte più autentica. In quei momenti, riesco finalmente a sentire la voce di chi sono veramente, lontana dai compromessi e dalle aspettative degli altri. È un equilibrio precario, ma necessario. Mi rifugio nella bellezza delle lampade, nei loro riflessi dorati e nelle loro luci soffuse, perché mi ricordano che la luce, anche se a volte nascosta, è sempre presente. Ed è proprio nella luce che trovo il coraggio di affrontare la mia realtà a due tempi.
A volte, mi chiedo se il gioco valga davvero la candela. Ma poi, mi guardo intorno e vedo che le piccole gioie quotidiane, i momenti di semplicità, mi danno la forza per andare avanti. Sono questi momenti che mi ricordano che la mia vita non è solo un gioco di maschere, ma una ricerca costante di equilibrio e autenticità.
La musica che mi accompagna è un vecchio classico, come saprei di Giorgia
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Eclipse ~ Eclixar.
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