Sunday, February 22, 2009

Un Labirinto di Ingiustizia e Ipocrisia


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• Published on Sunday, February 22, 2009 • No comments

C'era una volta un gioco che non portava mai alla verità #

L’aria che respiro è impregnata di una puzza insopportabile, una miscela di polvere e disillusione, come se la verità fosse un fumo velenoso che non lascia scampo. Mi ritrovo a riflettere su un gioco insidioso, quel gioco che da sempre ha manipolato le nostre vite. È un gioco che non conduce mai alla verità, ma solo a un labirinto di accusa e autoaccusa, dove tutti siamo perdenti, ma nessuno sa veramente perché. Ogni volta che alzo gli occhi verso il cielo, mi sembra di vedere le stesse facce che hanno giocato questo gioco con me, che mi hanno addossato colpe mai commesse. È la dittatura della responsabilità che schiaccia la nostra umanità, quella che trasforma ogni errore in un marchio d’infamia, ogni imperfezione in un crimine imperdonabile.

Ricordo chiaramente quella volta, quando ero piccola, quando mi fu detto che la mia ignoranza era una colpa imperdonabile. “Devi sapere, devi conoscere, devi essere perfetta”, mi ripetevano. E così mi sforzavo di ottenere il consenso, di vestire la mia anima di risposte preconfezionate, di esibire una facciata di impeccabilità. Non era mai abbastanza. E così, nella perpetua caccia al riconoscimento, questo gioco continuava a mietere vittime. E ora, guardando il presente, vedo che il gioco non è cambiato. È solo diventato più sofisticato. Il potere, la politica, i media: tutti ci sommergono con una valanga di accuse che non sono altro che uno specchio deformante della nostra società. Non è solo una questione di errori individuali, ma di un meccanismo strutturale che ci costringe a incolpare l’altro per non affrontare le nostre responsabilità collettive.

E allora mi chiedo: dove sono finiti i veri colpevoli? Loro, sono i veri architetti di questo gioco crudele, e noi siamo i soldati in trincea, costretti a giocare una partita che non abbiamo scelto. Nel mio cuore, sento una rabbia profonda. Una rabbia per le ingiustizie, per la crudeltà del sistema che ci costringe a lottare tra di noi, mentre i veri colpevoli restano intoccabili. Ogni giorno, noi continuiamo a dare la nostra parte in questo drammatico spettacolo, mentre i burattinai continuano a tirare le fila. Voglio credere che la verità possa emergere, che la consapevolezza possa fare breccia in questo muro di ipocrisia. Ma per farlo, dobbiamo smettere di giocare a questo gioco. Dobbiamo riconoscere che la colpa non è un marchio da apporre sugli altri, ma un compito che dobbiamo assumerci tutti, per costruire una società che non si basi sulla sottomissione e sull’accusa, ma sulla giustizia e sulla verità.

Background musicale: "Another Brick in the Wall" - Pink Floyd
C'era una volta un pezzo di musica che criticava l’ipocrisia e la repressione, un inno alla liberazione e alla ricerca di verità personale.

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