Da sempre, la fotografia mi seduce, ma solo questo mese ho deciso di abbandonare la mera curiosità e abbracciare quest'arte con la serietà che merita. La nuova polaroid, un oggetto che mi pareva quasi alieno fino a ieri, è ora la mia compagna di avventure quotidiane. La mia città, che da tempo scivolava via senza lasciare traccia, ora si rivela in ogni angolo, in ogni crepa, sotto una luce nuova, brutale e sublime al tempo stesso.
Cammino per le strade con lo stesso fervore con cui un esploratore scruta l’orizzonte, ma il mio terreno è fatto di mattoni e calcestruzzo, non di terre lontane e misteriose. Con la fotocamera appesa al collo, non solo osservo, ma scruto. Ogni angolo della città, che prima era solo un sfondo indistinto, ora mi chiama a sé, mi provoca, mi sfida. Le vie deserte che un tempo ignoravo, ora mi parlano in un linguaggio fatto di luci e ombre, di dettagli che mi erano sfuggiti.
C’è una vecchia libreria all’angolo di una strada che prima era solo un cumulo di polvere e scartoffie. Oggi, quella libreria è un labirinto di sogni e memorie. L’obbiettivo della mia macchina cattura non solo l’immagine, ma anche l’essenza del luogo: le copertine consunte dei libri, la luce pallida che filtra attraverso le finestre sporche, le ombre dei volumi che sembrano raccontare storie perdute. In quei fotogrammi, io vedo una narrazione che va al di là di ciò che l’occhio nudo percepisce.
E non è solo nei luoghi che scopro una nuova dimensione. Anche i volti delle persone, quelli che incrocio ogni giorno senza mai realmente guardarli, ora diventano ritratti, testi da decifrare. C’è una donna seduta al bar, con il viso solcato da rughe che raccontano una vita intera. La sua espressione, intensa e sfuggente, diventa un poema visivo che non sapevo di poter scrivere. La macchina non cattura semplicemente immagini, ma svela l’intensità della vita che scorre sotto la superficie.
La gioia che mi dà questa ricerca, questa incessante caccia al dettaglio, è qualcosa di sconfinato. Non è più solo un hobby; è una rivoluzione interiore. Ogni scatto mi porta più vicino a una comprensione profonda di ciò che mi circonda e, forse, di me stessa. La fotografia mi sta rendendo consapevole della bellezza invisibile e dei racconti silenziosi che popolano la mia quotidianità.
Ogni giorno, mentre scorro tra le foto scattate, non posso fare a meno di sentire una profonda gratitudine verso questa nuova lente attraverso cui vedo il mondo. La fotografia non è solo una passione, ma una rivelazione, una chiave che sblocca porte che avevo ignorato. E così, attraverso il mirino, scopro non solo il mondo, ma una nuova parte di me.
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Eclipse
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Eclipse ~ Eclixar.
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