Eccomi qui, immersa nel bel mezzo di un tumulto che solo gli adolescenti possono comprendere. La mia esistenza sembra un romanzo di avventure in cui le pagine si sfogliano in modo disordinato e imprevedibile. Ogni giorno è una sfida, un’altra domanda senza risposta, un’altra incertezza da affrontare. È come se mi trovassi a bordo di una fragile barca di carta, lottando per mantenere l’equilibrio mentre le onde del caos adolescenziale minacciano di sommergermi.
Le mie idee sono grandi, enormi, travolgenti, eppure sembrano non avere radici. Ho la sensazione di essere un deposito di pensieri astratti, una mente che partorisce risposte a domande che nessuno ha mai osato porre. Ma quando si tratta di questioni più semplici, come destreggiarmi con la matematica o capire le complesse dinamiche sociali con i miei coetanei, mi sento come un pesce fuori dall’acqua, un’aliena smarrita in un mondo che non riesco a decifrare.
I giorni scorrono come una playlist casuale. C’è una varietà di alti e bassi che mi lasciano stordita, confusa, disorientata. Sogno di ribellarmi, di gridare contro l’ordine stabilito, di diventare una rockstar con una causa. Ma, al risveglio, mi accorgo che la mia ribellione è ridotta a trascurare i compiti, a evitare di sistemare la mia stanza. Questa è la mia “vita selvaggia”, un’epopea di piccole ribellioni quotidiane, un viaggio di scoperta personale mascherato da routine adolescenziale.
Le conversazioni con gli adulti sono un balletto di domande scomode e sguardi imbarazzati. Parlo una lingua che sembra straniera, diversa da quella dei miei genitori e insegnanti. Le loro risposte preconfezionate, le loro aspettative consolidate, non sembrano mai allinearsi con i miei pensieri in continua evoluzione. È come se stessi cercando di comunicare con un dizionario obsoleto, mentre loro usano parole che non comprendo.
Eppure, nonostante il caos e la confusione, c’è una bellezza intrinseca in questo tumulto. È come essere una farfalla in procinto di spiccare il volo, le ali ancora bagnate e appiccicose, pronte a scoprire il mondo. Sì, mi sento instabile, sbagliata, ma so che, come ogni farfalla, alla fine troverò il mio ritmo. Sarò in grado di librarmi con grazia e sicurezza, sebbene al momento mi accontenti di barcollare e accumulare qualche graffio lungo il cammino.
In questo turbinio di emozioni e contraddizioni, la musica diventa il mio rifugio. È come una colonna sonora che accompagna ogni passo, ogni battito di cuore. "Get Ur Freak On" di Missy Elliott risuona nella mia testa, un inno alla ribellione e alla libertà che mi ricorda che anche nel caos c’è ritmo e vitalità.
Questo è il mio viaggio, il mio battito di vita tra le onde turbolente dell’adolescenza. Sono una farfalla che lotta per prendere il volo, ma anche se le mie ali sono ancora appiccicose e umide, so che ogni colpo di vento mi avvicina alla mia libertà. Fino ad allora, continuerò a barcollare, a scoprire, a lottare, e a vivere con la consapevolezza che, in fondo, ogni caos porta con sé una bellezza nascosta.
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Eclipse ~ Eclixar.
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