Tuesday, September 26, 2000

Express Samina


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• Published on Tuesday, September 26, 2000 • No comments

Oggi, mentre il mondo scorreva avanti, io sono rimasta bloccata in un angolo oscuro del mio salotto, paralizzata da una notizia che ha sconvolto ogni fibra del mio essere. Il traghetto M/S Express Samina è naufragato al largo dell’isola di Paros. Le immagini che scorrono sullo schermo sono uno strazio, un racconto di disperazione che morde l’anima. Ecco, lo confesso, è difficile per me restare indifferente.

Le immagini cupe del naufragio, la disperazione dei passeggeri, il caos che si trasforma in una danza macabra di vite spezzate e speranze infrante, mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Nessuno di loro lo merita, nessuno di noi merita la paura, la solitudine, l’orrore di trovarsi immersi nel buio delle acque fredde mentre il destino gioca le sue carte più crude. Eppure, eccomi qui, a sentire il dolore degli altri come se fosse il mio.

Ho passato ore seduta, incapace di alzarmi, di scuotermi da questa sensazione di impotenza. Il cuore pesante non si sposta, come se un macigno si fosse posato su di esso, ancorandolo a un punto fermo di angoscia. Non conosco nessuno tra le vittime, eppure mi sembra di vedere i volti di persone che potrebbero essere amici, familiari, sconosciuti che condividono con me la condizione di essere umani, di respirare, di sperare. E in questa commozione che mi travolge, mi rendo conto che ogni giorno, ogni momento, ogni respiro è un dono fragile che spesso diamo per scontato.

La tragedia del M/S Express Samina mi ricorda con forza che la vita è una danza precaria su un filo sottile, e ogni passo potrebbe essere l’ultimo. Ho vissuto momenti di paura, come quella volta che, giovane e avventurosa, ho deciso di scalare una montagna da sola. Ogni passo incerto, ogni respiro affannato era un ricordo palpabile della fragilità della nostra esistenza. Ma quella paura era misurabile, concreta, mentre oggi, il senso di impotenza che sento è indefinito, invisibile eppure devastante.

Ho promesso a me stessa, mentre il telegiornale continua a scorrere immagini di distruzione e disperazione, che non prenderò nulla per scontato. Ogni piccolo gesto di gentilezza, ogni parola non detta, ogni minuto passato con le persone a cui voglio bene. Tutto questo deve essere vissuto con una consapevolezza profonda e un rispetto che solo il dolore degli altri può insegnare.

Siamo tutti appesi a un filo invisibile e sottile, e oggi, quel filo ha tremato violentemente. Non c’è modo di ignorare questa verità. E così, mentre il mondo continua a girare e i giorni si susseguono con la loro implacabile routine, io mi impegno a vivere con un senso rinnovato di gratitudine e a non dimenticare mai che ogni momento è un dono, nonostante la sua fragilità.

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Eclipse

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Eclipse ~ Eclixar.

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