Nel cuore di ogni tifoso, c’è un amore che non conosce confini. La Sampdoria è il nostro faro, è la luce che mi guida attraverso le tempeste. Ogni domenica, il mio cuore batteva all’unisono con il suo, e anche da lontano, sento il richiamo della mia amata squadra... Perché ci lega un filo, un filo che mi porta dritto a TE...Mi manca la mia Sampdoria. È una mancanza che si fa sentire come un’ombra persistente nella mia vita qui ad Amsterdam. Le vie dei canali sono incantevoli con i loro riflessi sereni, ma non riescono a colmare il vuoto che lasciano le assenze. Ho lasciato Milano e Genova per un viaggio che si rivela più arduo di quanto avessi immaginato. Ogni volta che passo vicino a un bar o a una panchina, il pensiero vola a quel marcatore, a quella squadra che mi ha visto crescere, che ha accompagnato le mie domeniche di pioggia e di sole.
In città, le persone si muovono con una sicurezza che mi sembra estranea. Gli olandesi si mescolano con grazia, con un’eleganza innata che io non riesco ad emulare. Qui, nella mia solitudine, il senso di incompletezza diventa palpabile. Gli striduli colori dei tulipani e le strette vie di mattoni mi sembrano così distanti dai colori blucerchiati del mio cuore. La Sampdoria non è solo una squadra di calcio per me; è un simbolo di appartenenza, di radici profonde, di emozioni che si intrecciano con ogni gol e ogni sconfitta. Il coro dei tifosi, le loro voci unite in un’unica melodia, sono un richiamo che mi accompagna anche qui, lontano, tra i canali di Amsterdam.
Il mio ritorno è un pensiero costante, un desiderio che cresce ogni giorno. I miei giorni sono scanditi da un ritmo che non riesco a seguire, un tempo che non è il mio. Ogni mattina mi sveglio con un senso di disorientamento, mentre il cielo grigio e le nuvole basse mi ricordano quanto sia lontana la mia casa. Le immagini della mia Sampdoria, della mia Genova, si sovrappongono a quelle di questa nuova città, ma non riesco a trovarvi una connessione reale. È come se vivessi in due mondi separati, uno reale e l’altro un sogno sbiadito di nostalgia. Le emozioni che provo qui sono intensificate dalla mia lontananza, e ogni piccolo gesto, ogni dettaglio della vita quotidiana, mi ricorda quanto mi manchi la mia squadra, quanto mi manchi casa.
In questi giorni, mi rifugio nella musica, nel jazz e nei canti di struggente dolcezza che mi parlano di lontananze e di speranze. La canzone di Ella Fitzgerald che ascolto spesso, «Summertime», è una delle poche cose che riescono a toccare il mio cuore. Il suo ritmo malinconico e la sua voce calda sembrano comprendere il mio stato d’animo, riflettendo i miei sentimenti di separazione e di attesa. Ogni volta che i canali di Amsterdam brillano sotto la luce del sole, è come se mi parlassero di un futuro incerto, ma anche di una speranza che continua a vivere in me. I miei ricordi, i miei legami, le mie passioni sono legati indissolubilmente alla mia Genova, alla mia Sampdoria. Il tempo che trascorro qui è un viaggio di introspezione, un cammino verso una nuova comprensione di ciò che significa appartenere a un luogo, a una squadra, a un amore.
Spero che un giorno tornerò a casa, a quella che considero la mia vera casa, e che in quel ritorno troverò non solo la mia squadra, ma anche una parte di me che sembra essere rimasta indietro, sospesa tra i canali di questa città straniera e i colori blucerchiati del mio cuore.
Background musicale: Lettera da Amsterdam
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Eclipse
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Eclipse ~ Eclixar.
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