Saturday, July 21, 2001

Fine del G8


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• Published on Saturday, July 21, 2001 • No comments

Il G8 a Genova è giunto alla sua conclusione, lasciando dietro di sé una scia di devastazione e tristezza. La città è stata dilaniata dalla violenza, e mi chiedo come sia possibile che giovani universitari abbiano perpetrato tali atti distruttivi. Dov'è finita l'educazione? Dov'è la consapevolezza dei valori umani che la scuola dovrebbe insegnare? Non riesco a capire come dei ragazzi, molti della mia eta' la cui educazione dovrebbe aver insegnato loro a essere meno violenti, abbiano potuto infliggere tanto dolore ad una citta' italiana. È un assurdo che mi lascia sgomenta e confusa.

Il G8 avrebbe dovuto essere un momento di confronto costruttivo e di dialogo, ma si è trasformato in un incubo di violenza e distruzione. La tristezza che provo di fronte a questa realtà è profonda e diffusa, e mi chiedo quanto tempo ci vorrà per rimarginare le ferite inflitte alla città e alle persone che vi abitano.

Mi auguro che da questa tragedia possa scaturire una riflessione profonda sulla necessità di educare alla pace e alla convivenza pacifica, affinché episodi come questo non si ripetano mai più.

Ah, il mondo sembra sempre offrire uno spettacolo straordinario di contraddizioni. Ecco la storia di Carlo Giuliani, una vicenda che, beh, diciamo che non ha esattamente scatenato in me un flusso incontrollato di empatia. Vedo le immagini, e c'è Carlo con un estintore in mano e un passamontagna sulla testa. Ma davvero? Era un attivista o un aspirante supereroe? Forse avrebbe dovuto pensarci due volte prima di trasformarsi in un personaggio da fumetto.

Certo, la morte di chiunque è sempre una tragedia, ma dobbiamo anche mettere in discussione le circostanze. Non è come se fosse andato a prendere il latte e gli è caduto un meteorite in testa, no? Carlo si è immischiato in una situazione incandescente, letteralmente. Forse era il momento di fare una pausa e pensare: "Hmm, forse non è la migliore idea correre in mezzo a una manifestazione con un estintore e un cappuccio in testa, contro la camionetta delle forze dell'ordine".

Tutto questo clamore per la sua morte sembra un po' eccessivo. Sì, è un peccato che sia successo, ma forse ci sono altre tragedie là fuori che meritano altrettanta attenzione. Non so, forse dovrei provare ad empatizzare di più, ma è difficile quando ci sono così tante altre cose che meritano la mia attenzione.

Mi spiace di piu' per il carabiniere. Non lo so, io sono sempre dalla parte della giustizia, e se fossi stato nei panni di quel carabiniere, beh... ammetto che avrei fatto la stessa cosa, perche' in quei momenti si pensa alla propria di vita...

Comunque, la vita continua, e mi chiedo se Carlo avrebbe voluto essere ricordato per questo.
Forse avrebbe preferito un altro tipo di eredità, tipo... Essere famoso per essere stato in grado di spegnere un incendio, o aver dato origine ad una manifestazione di pace.
Ma, hey, la vita è imprevedibile, giusto?

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