I ragazzi. Sempre così complicati, così stupidi. Almeno, così ho sempre pensato. Ma poi, c'è questo ragazzo nella mia classe che ha cambiato tutto. Non è come gli altri. C'è qualcosa in lui che mi attira, che mi fa vedere i ragazzi sotto una luce diversa. Se c’è una verità che ho imparato da tempo, è che i ragazzi sono creature di un altro pianeta. Quelli della mia età sembrano vivere in una bolla di superficialità e presunzione, la cui unica ambizione è impressionare con le battute più sceme e le pose più ridicole. Sempre lì, pronti a farti sentire come se tu fossi un pianeta distante, ignaro e estraneo. Quasi fosse un compito arduo e quasi eroico farci pensare che dietro quella facciata di mascolinità affettata ci fosse una reale sostanza umana. Ho sempre pensato che fosse una questione di natura e che nulla potesse cambiare il mio giudizio impietoso.
Ma poi, c’è questo ragazzo. Lui, con i suoi capelli scuri che sembrano abbracciare la testa in un abbandono intellettuale e con quegli occhi che non solo osservano, ma scrutano e analizzano. È così diverso da tutti gli altri, così nettamente separato dalla banalità del quotidiano. Quando lo guardo, c’è qualcosa in lui che mi inquieta e mi affascina al contempo. È come se avesse il potere di svelare segreti che credevo inaccessibili. Ricordo il primo giorno in cui l’ho notato. Era in aula, seduto in fondo, con quel suo atteggiamento quasi trascurato ma ricco di una sobria intensità. Aveva quel modo di osservare il mondo come se fosse un enigma da risolvere, e io, in quell'istante, mi sento come se fossi stata investita da un’ondata di comprensione. La mia convinzione che i ragazzi fossero semplicemente stupidi comincia a sgretolarsi.
Nel corridoio, le chiacchiere superficiali non smettono mai. I ragazzi parlano dei video game, dei tatuaggi, delle ultime follie. Ma lui, quando parla, lo fa con una lentezza misurata, come se ogni parola fosse un pezzo di un puzzle complesso e affascinante. La mia mente si perde nei suoi discorsi, a caccia di quell’originalità che non avrei mai pensato di trovare. Non è solo l’intelligenza che mi colpisce, ma il suo modo di reagire alle cose. In una discussione, mentre tutti alzano la voce e si affrettano a dare risposte superficiali, lui rimane calmo, riflessivo. È come se avesse una riserva infinita di pazienza e di saggezza, che riesce a trasmettere senza sforzo apparente. Mi chiedo come sia possibile che una persona possa avere una tale profondità a questa età, mentre altri sembrano impantanati in una ricerca insensata di approvazione.
Ci sono giorni in cui lo vedo camminare da solo, con quel passo lento e misurato, e mi chiedo quali siano le sue preoccupazioni, le sue passioni. In lui c’è una specie di mistero che mi affascina, una qualità rara che mi costringe a rivalutare tutto ciò che ho sempre creduto sui ragazzi. E così, ogni volta che lo vedo, la mia visione dei ragazzi cambia, come se un velo di ombre fosse sollevato, rivelando una realtà ben più complessa e intrigante. Mi chiedo spesso se lui stesso è consapevole del cambiamento che ha innescato in me. Eppure, non gli dico nulla, perché a volte è più importante che alcune cose rimangano nel silenzio del cuore. Questo ragazzo ha aperto una porta che pensavo fosse sigillata per sempre, e ora mi trovo a camminare su un sentiero che non avrei mai pensato di percorrere. E se c’è una cosa che ho imparato, è che il mondo è pieno di sorprese, e talvolta bastano gli occhi giusti per vederle.
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